venerdì 2 marzo 2012

Non mi portare nel bosco (laghetto) di sera...


La prima missione esplorativa nell'ambito della Rassegna del gusto l'ho fatta ieri sera al ristorante pizzeria Bosco Laghetto di Sergnano (CR), un posto che meritava senz'altro una visita in primavera piena e di giorno.

Siamo in piena oasi del Parco del Serio, sulla sponda sinistra del fiume, nel lato nord della riserva naturale Palata Menasciutto.

Insomma, a natura stiamo messi bene, ma è buio e non posso goderne.

In un locale rustico, che sulle pareti reca le testimonianze di partecipazioni a varie eno-gastroiniziative, al tavolo per due vedo arrivarmi quel cestino di pane "vero".

La questione del pane in Lombardia non è da sottovalutare: invece dei soliti panini che cercano di reinventare l'impasto baguette, qui il pane è alto, ben alveolato, tagliato spesso, un pane che sicuramente mi fa sentire più a casa.


Ma che cosa c'è di più tipico in queste zone del cremasco?


Gli affettati, ovviamente: la prima portata è composta da crudo, coppa, salame di cascina e pancetta.

I salumi sono piuttosto ordinari e hanno bisogno di essere corroborati.


In loro aiuto arriva lo gnocco fritto.

Io lo preferisco con bolle più gonfie e croccanti, però aprendone uno e farcendolo con gli affettati di cui sopra diventa un insieme se non altro accettabile.

Perché il salame debba essere così scialbo, in una terra in cui praticamente chiunque si fa il proprio, e lo fa buonissimo, non si capisce ma s'intuisce.

A questo punto, non poteva mancare l'altro caposaldo dei piattini tipici tra l'Oglio e il Serio.


Ed eccoli qua, i pesciolini fritti che il menù preparato apposta per la rassegna del Lodigiano e dintorni dichiara in carpione, solo che questi pesciolini nel carpione ci saranno stati sì e no un minuto.

Per rinforzare la quantità di questo antipasto è arrivato anche un vassoietto di cipolle in agrodolce e uno di Salva Cremasco con le tighe (ossia i peperoncini verdi tipici) che sarà anche tradizionale nei dintorni ma sapevano molto di bancone del bar durante l'happy hour, tant'è che non le ho neanche fotografate.


Carpaccio di culaccia arrostita, con rucola e grana padano, recita il menù, e il piatto che arriva è in linea con i precedenti: si galleggia nella "medietà" tendente al ribasso, con queste foglioline che sembrano dichiarare la loro incolpevole presenza, il grana che in questi rettangolini - neanche scaglie - non riesce a dare il peso giusto, e quelle fettine rosa sono un pericoloso azzardo, visto che la culaccia è un marchio registrato, per cui la rima è assicurata: questa finta culaccia procura al ristorante una figuraccia.

Ma è l'ora dei primi.


Sì, ce li hanno serviti nello stesso piatto, nel miglior wedding style che si portava nei banchetti nuziali degli anni ottanta.

Se ti portano due cose insieme, quante scelte hai?

  • fai dei bocconi mangiandole contemporaneamente (cioè fai un pasticcio nella bocca)
  • alterni i bocconi (così il pasticcio lo fai nella mente)
  • mangi prima l'una e poi l'altra (e l'altra inevitabilmente perderà la temperatura giusta, ammesso che ce l'abbia)
Io ho optato per la terza tecnica, così ho mangiato prima i maltagliati (ma sarebbe meglio dire fettuccine) fatti in casa con speck e zucchine, e poi il risotto alla rusticana con funghi, salsiccia e borlotti, di sicuro l'unico piatto su cui spendere una riflessione, per le sue potenzialità e soprattutto per la presenza sensibile della Raspadüra "Bella Lodi" che al naso, prima che alle papille, arriva in modo distinto.

Poiché perseverare è diabolico...



Ecco anche i secondi in formato dittico: stinco al forno con patate - solo che le patate sono quelle fritte surgelate! - e stracotto d'asino con polenta stile-semolino, il cui errore principale sta nelle temperature di servizio, errore che viene denunciato da quella sorta di fornellino a candelette su cui sono adagiati i pezzi di carne (e le candele, ahimè, sono appoggiate in gusci di capesante!).


Poiché le mie letture di menù partono quasi sempre dalla fine, visto che adoro i dolci, quando avevo letto crostata ai marroni il gaudio aveva albergato nel mio cuore, preparando adeguatamente lo stomaco.

A che pro, questa preparazione mistica, dato che la crostata più che ai marroni è marrone, tranne che nel sapore, complice una casuale spolverata di cacao fuori luogo?

Dato che nello spulciare un mezzo stinco era finito il Roverone - uno degli I.G.P. di San Colombano, ma non è il San Colombano, come invece dichiara la locandina della rassegna - abbiamo chiesto ancora mezzo litro di rosso sul quale non trovo eufemismi per parlarne senza cadere troppo in basso con il linguaggio.

Con lo sconto del 10 % previsto dal programma ma con l'aggiunta dei 500 millilitri di rosso innominato ho pagato 68 euro in due.

Il ristorante Bosco Laghetto offre però un menù degustazione fatto di affettati con gnocco, maltagliati o risotto, stinco, acqua e caffè a 18 euro, e forse, se proprio ci dovete andare, conviene.

Ristorante Pizzeria Bosco Laghetto
Località Laghetto 1
26010 Sergnano (CR)
0373 455396
Chiuso Lun/Mar

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